lunedì 19 agosto 2013

Terapie nutrizionali e psicologiche... parliamone!

Ciao care lettrici :)

Oggi non è andata molto bene. Come ho già scritto precedentemente nell'altro post, sono ripiombata nei circoli viziosi, nei digiuni e questa volta in aggiunta a sport compulsivo.
Ma non voglio parlare del mio stato. Voglio parlare delle terapie nutrizionali e psicologiche e dei loro risvolti, sentire i vostri pareri e soprattutto le vostre esperienze... mi fareste un grande piacere se condivideste le vostre "avventure mediche", tanto per sdrammatizzare un pochino, e come vi siete trovate alle prese con medici ecc ecc... tanti dei quali sembrano chissà quanto esperti e poi ci capiscono meno di noi.

Uno dei grandi problemi della terapia media è, a mio parere, appunto, che non tutti gli specialisti sono specializzati. 
Mi spiego, che sembra non avere senso così: mancano loro la comprensione, la presenza umana, l'empatia, la volontà di aiutare veramente chi hanno di fronte. Risultato: macchinette che eseguono direttive e che scaricano il paziente se gli risulta troppo complicato.

Ora, so bene che l'essere medico necessita un distacco dal paziente. Non può né essere amicone, ma neanche essere una statua... credo!
Altrimenti ci si sente come degli animaletti da laboratorio, studiati e pesati...
Non so voi, ma è proprio quest'atteggiamento freddo e distaccato che mi ha fatto diffidare da chi mi sono trovata davanti.
Mi sono sentita manipolata a livello fisico da questi robotici esperti.
Come se la mia persona non avesse minimamente importanza.
Come se fossi una povera matta senza emozioni, senza sentimenti, senza bisogni.

Ho chiesto aiuto, ero aperta all'aiuto. Ho domandato di spiegarmi varie cose del funzionamento del corpo umano: il metabolismo, come potevo evitare che si abbassasse ulteriormente, come avrebbero agito i medicinali suggeriti, di quali alimenti avevo più bisogno, come potevo evitare di ingrassare a dismisura a causa della precedente restrizione... insomma, ho cercato di informarmi il più possibile, perché sentivo che l'unica maniera per scacciare demoni e mostri, era proprio il sentirmi spaventata.
Difatti, proprio quando mi è stato detto che il mio cuore si era indebolito sino al rischio di insufficienza cardiaca che mi sono data una mossa. Mi sono detta "e che cavolo! Almeno il minimo indispensabile, porca miseria! Mi fai pena!", e ho provato quasi compassione per il mio corpo.
Direi... magnifico!

Ma sono stata trattata molto, molto male. Per tutta l'estate mi sono recata in un centro presso un ospedale, ma i risvolti sono stati DELETERI.
Prima di tutto, non c'era quasi nessuno. Tutti in ferie, tutti sostituti, blabla. Questo lo potevo accettare.
Inizialmente i miei appuntamenti erano concentrati due volte a settimana, per stabilire il famoso iter, chiamatelo come volete. Andavo, tutta contenta di aver trovato "esperti" coi quali parlare liberamente. Ho visto numerose persone perché l'una sostituiva l'altra, ecc ecc, ma solo per dei colloqui iniziali.

La nutrizionista (che era una sostituta di quella di sempre, che è un'arpia), era molto gentile, mi ha dato consigli e una piccola dieta da seguire. Era preoccupata per me, mi ammoniva di continuo, mi parlava delle conseguenze. Le ho dato retta, sono riuscita a volermi un po' più di bene.
Poi è dovuta andarsene ed è tornata quella di sempre. Piango, dico che non ce la faccio, che non seguo più la dieta, e lei mi rimprovera, mi prende in giro dicendomi che non ho bisogno di una badante, che sono una presuntuosa e che se non seguo la dieta andrà sempre peggio.
Ci sono andata per un po', ma mi seguiva sempre di meno... come se tanto ormai non ne avessi più bisogno, dato che avevo ricominciato a mangiare qualcosina! Ma giusto per il cuore...
Per un mese e mezzo, niente appuntamenti. La disperazione. Mi sono sentita più che mai abbandonata e incompresa. Ignorata, nonostante il mio fisico avesse ancora delle sofferenze importanti.
Che cura...

Durante questi incontri, quindi più o meno due mesi, non ho avuto alcun supporto psicologico.
Di nessun tipo, se non i banalissimi colloqui di collocamento, di personalità... blabla, in cui confessavo di non prendere i sonniferi prescritti perché volevo suicidarmi. Piangevo mentre lo dicevo. Risultato? L'ennesimo freddissimo robot mi ha detto, scandendo in maniera gelida le sue parole: "Ci rivediamo a Settembre dato che non segue alcuna terapia farmacologica...".
BAM!
Beh, vaffanculo e arrivederci!

Ho visto la psicoterapeuta per due volte. Ero tutta contenta che fosse tornata, dato che avevo dovuto attendere due mesi per incontrarla!
Sembrava mi capisse... poi, l'ultima volta ci siamo azzuffate. Lei era poco paziente, ad ogni mia risposta mi rimproverava di essere troppo controllata, presuntuosa e di dare sempre giudizi. Facevo già molta fatica ad aprirmi, cominciavo le mie frasi con "credo... penso...", e lei mi obbligava a ricominciare perché mi stavo giudicando, quando era suo compito. Mi confondeva di continuo. Allora mi sono innervosita e mi ha chiesto, parole testuali: "beh, perché è così incazzata? E' sempre incazzata lei?!".
Ho preso la borsa e me ne sono andata. Prima ancora che mi alzassi, lei è corsa verso la porta per aprirla e mi ha detto: "Torni quando è predisposta. Arrivederci".
ALTRO BAM!
Non ho risposto e me ne sono andata piangendo, con 35° all'esterno e senza aver mangiato nulla... cosa che ho fatto per due mesi, con tanto di treno e camminate chilometriche per raggiungere il posto, con cuore e pressione ai minimi storici... ma l'ho fatto, per speranza. Non è l'ultima a morire, del resto?

In conclusione... in aggiunta ad altre decine di figure che ho incontrato totalmente inutili...
Tutto ciò che ho voluto comunicarvi è: la mancanza di empatia, di cui avevo disperatamente bisogno, mi ha portata al desiderio di distruggermi ancora di più. Come se non fosse già abbastanza.

Adesso sono un po' nel limbo... nel senso che ho capito che se anche stessi sul punto di morire, come pochi mesi fa, non fregherebbe niente a nessuno e ricomincerebbe tutto daccapo. Quindi ho smesso di vittimizzarmi di fronte a tutti... non porta a ciò di cui avevo bisogno, neanche da famigliari e amici. Nessuno che mi abbia chiesto perché lo stessi facendo, che cosa provassi, che mi proponesse distrazioni... no, niente. Sono solo un corpo che non mangia. Non c'è nient'altro in me!

Spero che qualcuna di voi si fermerà un momento per raccontare la propria esperienza... spero che la vostra sia migliore e che abbiate trovato persone valide per farvi aiutare!

M.


10 commenti:

  1. mi dispiace per le tue brutte esperienze: forse quei medici facevano così per spronarti.. ma sicuramente mancano di empatia =(

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    1. Ed è fondamentale... credo proprio che nessuna di noi si fiderebbe di chi si limita a ordini e minacce... eppure dovrebbero saperlo benissimo! :( va be'... non ci posso fare niente.

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  2. Mi dispiace che ti sia trovata male..se davvero il trattamento è disumano allora si può provare a cambiare..io con la mia psicoterapeuta mi sono trovata bene..come dicevo puo capitare che a volte anche noi "pazienti"siamo sulla difensiva e quindi bisognerebbe vedere se è un trattamento e dei rimproveri ingiustificati o no..nel senso che per esempio ci sono ragazze che hanno detto che in condizioni in cui erano messe malissimo a volte è servito anche un po che il medico/psicologo "avesse il pugno di ferro" perchè in quel caso anche un po di severità faceva bene..però beh, essere trattate come robot no!ovviamente un po di umanità! Tu comunque eri ben predisposta ad essere aiutata?
    Un bacio

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    1. Ero predispostissima ad essere aiutata... ma dopo un paio di mesi durante i quali sono stata trattata con sufficienza, ho perso speranza e fiducia in loro, e ho continuato ad andare solo per non far allarmare i famigliari... mi hanno solo fatta disperare!
      Grazie di avermi risposto. Sono sollevata che almeno tu ti sia trovata bene! L'umanità ci vuole, su questo non può pioverci! Altrimenti col cavolo che i pazienti si fidano!

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  3. Io ho cambiato millemila psicoterapeuti prima di trovare una persona che mi andasse a genio. Metto le mani avanti: sono io che ho un caratteraccio e per trovare persone che mi prendano bene ce ne vuole... Però sono molto contenta di aver perseverato, di non essermi arresa ai numerosi insuccessi, anche se bruciava, eccome se bruciava, (ho cambiato una ventina di psicoterapeuti, non sto scherzando), perchè solo così ho potuto trovare la psicologa veramente in gamba che mi segue dallo scorso Gennaio. Certo, poi io penso sempre che la chiave di volta sia la nostra forza di volontà: in assenza di quella, neanche lo psicoterapeuta migliore del mondo riuscirebbe a cavare un ragno dal buco. Certo è che quando la volontà di combattere c'è, allora è molto importante trovare un supporto terapeutico adeguato, e mi dispiace tanto che tu, invece, abbia avuto la sfortuna di trovare persone non adatte al tuo modo di essere e al tuo modo di fare... persone che non erano "giuste per te". Sulla base della mia esperienza personale, posso solo dirti: non lasciarti scoraggiare da questa pessima esperienza, e riprova. E poi riprova. E poi riprova ancora. E ancora. ancora. Fino a che non avrai trovato la persona in grado di rispondere a pieno alle tue necessità. Perchè lì potrai trovare un auito veramente valido.

    P.S.= In quanto ai terapeuti con cui hai avuto a che fare, dico solo una cosa. Quello che più conta nella relazione medico-paziente, per la mia esperienza anche come neo-medico, non è meramente la competenza specialistica nè l'empaita: è la CAPACITA' DI COMUNICAZIONE. Per cui, una psicologa che ti dice: "Tu non ti giudicare, perchè questo è il mio compito", sbaglia 2 volte. La prima perchè non ti permette di esprimere il tuo pensiero per come ti viene, lasciandoti lo spazio comunicativo di cui hai bisogno, la seconda perchè si mette in una posizione di superiorità rispetto a te, attribuendosi il compito di giudicarti. Un terapeuta (o un medico che dir si voglia) non deve GIUDICARE un paziente: deve DIALOGARCI. Perchè solo così può costruire una relazione positiva e utile alla terapia.
    (Per lo meno, questa è la mia opinione... nessuna pretesa di verità assoluta, semplicemente il mio pensiero...)

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    1. Carissima Veggie, mi hai veramente illuminata.
      Effettivamente, togliendomi le parole di bocca e impedendomi di esprimere come preferivo (considerando specialmente che erano le prime volte, per conoscerci), ha impedito che si instaurasse un rapporto di fiducia. Ora che mi ci fai pensare, non la vedevo sul mio stesso livello, come una persona disponibile ad aiutarmi, ma una sorta di forzatura... ovvero, si definiva "io sono esperta in, ho studiato in, ho scritto blabla ecc ecc", quindi il paziente è portato automaticamente a pensare: "cacchio, ma allora SONO IO CHE NON VADO BENE!", quando magari è il contrario...
      Troviamo sempre un modo per colpevolizzarci...! :P
      Grazie mille per avermi risposto. Ci credo alla storia della ventina di psicoterapeuti. Io ne ho visti, per il momento, solo 5 o 6, e difficilmente mi lasciavano lo spazio d'espressione.

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  4. Ciao...
    La mia esperienza è questa...quando il mio dca è peggiorato molto la mia psicologa mi diresse in un centro apposta per questi disturbi, dicendomi che ci saranno e avrei visto casi molto più seri dei miei, però lei si sentiva più sicura così. Sono andata in questo centro...ho avuto una visita con una dietista che mi segue tutt'ora. Ha preso la mia situazione sottogamba e? E il mio peso continuava a sccendere, e lei invece di chiedermi il perché continuava a prescrivermi integratori che non ho mai assunto. Mi sentivo presa in giro, anche dalla mia psicologa, che durante la mia psicoterapia mi faceva programmare un menu settimanale pensa! E in una psicoterapia non si dovrebbe scavare per cercare le cause del disagio?
    Fatto sta che sono arrivata al ricovero, poi al day hospital per sei mesi, e adesso sono seguita di nuovo dalla solita dietista del cavolo, che mi fa incontri di dieci minuti, così come la psichiatra...
    Mi sento ancora abbandonata e presa in giro...
    Questa è la mia esperienza! Spero nn ti abbia annoiata
    Un abbraccio

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    1. Ma quale annoiata...! Mi sento molto capita invece. Purtroppo è successo lo stesso per me... alla fine, dopo incontri spezzettati qua e là, i miei hanno deciso di inviarmi in un centro, un'associazione, dove sono seguita quasi 24h. Ci sono appena entrata e... be', vediamo come va! Ed è proprio qui che mi hanno detto che un lavoro fatto così, spezzettato ad ogni morte di papa, con poca comunicazione e collaborazione, fatto tanto per accontentare gli altri, non porterà a nulla... bisogna trovare i propri spazi, i propri dialoghi, le proprie modalità di espressione... non puoi cambiare persone anche tu?

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  5. Ciao cara, mi ha colpita molto il tuo racconto...
    Io soffro di DCA da 8 anni; dopo i primi 2 anni ero calata molto e mia mamma era preoccupata, così sono andata in un centro ospedaliero rinomato per avere un centro specializzato in DCA. Non ti sto a raccontare tutto perchè l'esperienza è identica alla tua, con la differenza che a me non era stata assegnata nessuna psicoterapia perchè - parole loro - "Non sei abbastanza magra per usufruirne", in quanto veniva data solo alle pazienti ricoverate. 1 volta al mese vedevo la dietologa che, ogni volta che vedeva il mio peso scendere aggiungeva qualcosa alla mia dieta (che non seguivo) e continuava a dirmi: "Beh, se non ingrassi mangiati una merendina!"... cose dell'altro mondo..
    Poi ho iniziato a frequentare la facoltà di Psicologia e mi sono resa conto che esistono troppi medici e psicologi che fanno il loro lavoro unicamente per portare a casa lo stipendio, ma non gliene frega niente dei pazienti.
    Da marzo di quest'anno mi sono rivolta ad un altro centro, molto meno rinomato, ma in cui ho trovato veramente degli specialisti UMANI. E' un'equipe di donne composta da dietiste, medici generali, psichiatre e psicologhe. I primi mesi ho avuto tantissime visite per stabilire se avevo qualche valore sballato, cosa dovevo fare per aggiustarlo; invece di negarmi l'attività fisica (come aveva fatto il primo ospedale) mi hanno raccomandato di assumere degli integratori perchè sn sempre disidratata; la dietista, invece di farmi una dieta, mi ha chiesto cosa mangio e mi ha detto cosa secondo lei c'è da modificare, senza obbligarmi a mangiare cibi che per me non è ancora concepibile mangiare (per esempio la pasta); ho iniziato la terapia di gruppo, che è durata 1 mese a luglio e poi ricomincerà a settembre e occuperà tutto l'anno. Queste persone mi sono state a sentire, mi hanno voluto bene, sono una famiglia davvero bella dove trovare affetto, amore, comprensione e speranza. Non sono mai stata così felice di aver trovato un posto come questo. Non arrenderti, perchè sono sicura che ne esistano altri :)

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  6. "Non sei abbastanza magra per usufruirne", in quanto veniva data solo alle pazienti ricoverate."

    Sono... ALLIBITA, lasciamelo dire!!!
    E' uno dei tanti errori madornali che si fanno! Quando una cosa del genere è stata detta anche a me è stato proprio il CLICK per andare oltre...!
    E infatti... mi hanno portata al ricovero!

    Sono felice che abbia trovato un centro valido! E' vero che fin troppi medici e psicologi lavorano tanto per... è solo che in tanti momenti bui non possiamo rendercene conto. Allora siamo noi che non funzioniamo, o è il mondo che va veramente così, e non c'è alcuna speranza... non meriterebbero la laurea queste persone qui. Se non ce l'hanno loro che lavorano in sanità...
    Anche io mi sono rivolta ad un altro centro (in realtà mi ci hanno portata a forza, ma sto notando che è diverso), dove si lavora anche sul reinserimento sociale. Che è importantissimo, come ho notato da poco... riabbracciare la vita, quelle piccole attività quotidiane che vengono totalmente soppiantate dalle ossessioni... fa bene, fa bene.
    Continuiamo!!! :) Grazie per avermi lasciato la tua esperienza!

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